Filippo Anna è un sambenedettese che, apparentemente, non ha niente a che fare con la musica.
Formatore informatico, autore di video corsi, decide, a quasi 50 anni, di registrare in modo professionale le sue composizioni giovanili.
Da ragazzo, infatti, sognava di seguire le strade di Claudio Baglioni e dei Beatles, i suoi miti musicali che maldestramente imitava nelle serate di piano bar e con dei complessi locali dai nomi “sfavillanti”: Shining Moon e Colors! E così iniziò anche a scrivere canzoni che presentava in concorso a festival locali.
Inevitabilmente, a un certo punto, fu però costretto a scegliere il vero mestiere da fare… e l’informatica prese il logico sopravvento.
Passano gli anni e purtroppo accade quello che succede a tutti coloro che sopravvivono ai loro genitori: nel giro di un anno spariscono Anna Maria e Filippo, madre e padre di Franco Iacovelli (perché è questo il suo vero nome).
Sono cose che, in fondo, non si accettano mai veramente, e allora la decisione è presa in un attimo: fermare nel tempo quelle canzoni che scriveva quando era nell’età più bella e quando le persone più belle lo circondavano. E adottare quei nomi, Filippo e Anna, che troppo poco avevano avuto dalla vita e che così potevano, in qualche modo, continuare a vivere.